Ti metti a letto esausta e pensi: “Stanotte crollo”.
E invece no. Giri, rigiri, il cervello si accende, il corpo non si rilassa.
E al mattino ti svegli più stanca di prima, col pensiero fisso: “Devo dormire meglio”.
Solo che il momento per sistemare il sonno non è la sera. È il giorno.
Quello che fai (e non fai) durante il giorno può influenzare moltissimo la qualità del tuo riposo.
Ecco cinque abitudini apparentemente innocue che, senza accorgertene, ti stanno sabotando il sonno.
1. Corri tutto il giorno e ti fermi solo a letto
Se il tuo unico momento di calma è quando spegni la luce, è normale che la testa resti accesa.
Il cervello ha bisogno di decelerare, non di schiantarsi.
Ritagliati un piccolo margine di decompressione prima della sera: anche solo dieci minuti senza stimoli, senza schermi, senza dover fare.
2. Ti dimentichi della luce (quella vera)
La luce naturale regola il tuo ritmo sonno-veglia.
Se passi gran parte della giornata al chiuso o esci solo al tramonto, il tuo corpo fa fatica a capire quando è il momento di dormire.
Anche in giornate piene, esponiti alla luce del giorno appena puoi: apri le finestre, fai una passeggiata, bevi il caffè sul balcone.
3. Rimandi sempre le pause
Saltare le pause non ti rende più efficiente — ti rende più agitata.
Quando tiri dritto tutto il giorno, arrivi alla sera sovraccarica, e il corpo resta in modalità “allerta”.
Infilare due o tre vere pause nella giornata (non scroll compulsivo) può fare la differenza.
4. Prendi troppe decisioni inutili
Più decisioni prendi, più energia mentale consumi.
La sera arrivi esausta non perché hai corso, ma perché hai pensato troppo: cosa cucinare, cosa indossare, cosa sistemare prima.
Sembrano sciocchezze, ma drenano attenzione. Automatizza quello che puoi: piccoli menù settimanali, vestiti già pronti, orari fissi.
5. Accumuli stimoli fino all’ultimo minuto
Notifiche, messaggi, contenuti, aggiornamenti. Tutto il giorno.
E anche se credi di “rilassarti” guardando video o serie, il cervello è attivo e bombardato.
Serve uno stacco reale prima di dormire: luci basse, poche parole, zero scroll. Anche solo 20 minuti possono bastare per segnalare al corpo che può rallentare.
Dormire meglio parte da come vivi le tue giornate

Il sonno non è una bacchetta magica da agitare alle 22:30.
È il risultato di come ti sei trattata durante il giorno: se ti sei data tempo, se ti sei ascoltata, se hai rallentato quando potevi.
Nel mio percorso 91 Passi c’è uno spazio dedicato proprio a questo: ritrovare energia e presenza attraverso gesti concreti che migliorano la qualità delle giornate — e quindi anche delle notti.
Perché dormire bene non è un lusso: è una base. E puoi costruirla a piccoli passi, cominciando da oggi.