Ci sono giorni in cui la motivazione è una leggenda metropolitana.
Sai cosa dovresti fare, ma non ne hai voglia. Non è solo pigrizia — è un senso di stanchezza profonda, come se ogni cosa richiedesse uno sforzo sproporzionato.
E allora rimandi. Ti dici che lo farai domani, o quando avrai più energia, o quando ti sentirai “pronta”.
Solo che quel momento magico non arriva mai. E più aspetti, più ti senti ferma.
Ma ecco la verità difficile da accettare (e anche un po’ liberatoria): la motivazione non arriva prima. Arriva dopo.
Aspettare di avere voglia non funziona (quasi mai)
È un po’ come pretendere di mettersi le scarpe da ginnastica solo quando avrai già voglia di correre.
Il desiderio di muoverti arriva mentre ti stai già muovendo.
Lo stesso vale per tutto il resto: per sistemare una stanza, scrivere un curriculum, iniziare un progetto, prenderti cura di te.
E allora? Allora bisogna abbassare l’asticella dell’“inizio”, e scoprire che esistono modi gentili per attivarti anche quando non ne hai voglia.
Il trucco? Fare un primo passo che non faccia paura
La motivazione si costruisce un micro-gesto alla volta.
Ecco alcune strategie concrete per ingranare, senza aspettare l’illuminazione:
- “Solo due minuti”: fai partire un timer e dedica due minuti esatti all’azione che stai evitando. Puoi smettere dopo — ma spesso non lo farai.
- Prepara il contesto: invece di fare, crea le condizioni. Appoggia il libro sul cuscino. Apri il documento sul computer. Stendi il tappetino per lo stretching.
- Fai finta di niente: se aspetti di sentirti motivata, ti blocchi. Inizia senza pensarci troppo. Tipo come quando rifai il letto mentre sei al telefono.
- Rendi l’azione ridicola: “devo allenarmi” diventa “mi muovo per una canzone mentre carico la lavatrice”. Ti sembrerà inutile. Ma intanto ti sei mossa.
Ogni piccola azione è un segnale. Dice: sto scegliendo di esserci, anche se non è perfetto.
Motivazione e gentilezza vanno a braccetto
Un errore comune è pensare che per essere motivate bisogna essere dure con se stesse.
Ma spesso è proprio la durezza che ti spegne.
Funziona meglio la gentilezza attiva: ti ascolto, ti capisco… ma ti accompagno comunque a fare un piccolo passo.
In 91 Passi, questo è uno dei cuori del percorso: allenare una motivazione che nasce dal movimento, non dalla pressione.
Non servono grandi propositi. Serve un ritmo che puoi sostenere, giorno dopo giorno.
E soprattutto, serve un modo nuovo di parlarti: più incoraggiante, meno giudicante.
Puoi iniziare anche oggi — e non deve essere perfetto

C’è sempre un punto da cui si può partire. Anche piccolo. Anche stanco.
La motivazione non è il motore: è il risultato del tuo primo gesto.
Scegli uno dei micro-passi che ti sembrano possibili. Fallo come se fosse un regalo, non un dovere.
E domani, se puoi, ne fai un altro.
Nel percorso 91 Passi per migliorare il tuo rapporto con te trovi proprio questo: una guida semplice per ritrovare energia e direzione attraverso azioni sostenibili, concrete e quotidiane. Se vuoi scoprirlo, comincia da qui.